Sono nata a Torino alla fine del millenovecentosassantacinque, ma presto ci siamo trasferiti a New York.
Lì ero quando gli Stati Uniti scatenarono l’offensiva sul Delta del Mekong e quando per quell’anno non venne assegnato il Nobel per la Pace; nel periodo delle rivoluzioni studentesche, del decollo del primo Boeing 747, degli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King, del primo uomo sulla luna; quando Paolo VI pubblicava l’enciclica Populorum Progressio e Gimondi vinceva il Giro D’Italia.
Lì ho imparato a camminare, parlare, nuotare, amare l’autunno e gli scoiattoli e qualche altra cosa.
Lì in quegli anni è stata fondata la Society for Psychotherapy Research, della quale un paio di decenni dopo sarei stata una dei Soci fondatori della Sezione italiana.
In seguito ho vissuto anche a Hong-Kong, Pechino, Il Cairo, San Diego, Istanbul, Roma.
La visione per la prima volta a sedici anni della grande piramide di Giza ha generato la mia passione per la storia dell’umanità.
Vivo a Milano da più di venticinque anni, arrivata all’epoca della specializzazione -a parte qualche parentesi in giro- non sono più andata via. Amo infinitamente questa città a me per carattere così estranea, per come mi ha accolto e per la vita che mi ha consentito.
Abito con le mie stupefacenti figlie oramai universitarie ed i nostri cani in una casa sempre in divenire, piena di piante, libri, allegria, musica e amici.
Il caos lo teniamo a bada.
La mia non è stata una vita facile, il dolore l’ho conosciuto così da vicino da diventare intimi, ma con le definizioni proprio non mi ci trovo ed allora trovo più adeguato narrare di contraddizioni e passioni, di un perenne tentativo di uscire da una vita di sopravvivenza verso una di creatività, di specificazione.
E’ stato un bel viaggio.
Lo è ancora.
Dopo studi iniziali di Scienze Naturali (volevo fare l’Oceanografa) scoprii che alla profondità degli oceani preferivo quella degli animi.
Altri abissi.
Leggo sempre, adoro cucinare e stare all’aria aperta. Scio, vado in bici, in windsurf, in canoa.
Porto avanti un progetto di riflessione sul tempo naturale che oggi l’uomo sfida con presunzione onnipotente; quale manifesto ho deciso di percorrere a piedi i 40.075 chilometri della circonferenza terrestre, credo che ci metterò dai dieci ai dodici anni. Il tempo necessario.
Ceramista appassionata oltre a modellare cucio, acquarello, tesso e sistemo oggetti di recupero.
Adoro la musica, in particolare la voce umana (come esecutrice, irrevocabilmente bandita sin dal saggio della scuola materna).
Penso che la vita sia un dono meraviglioso da usare, stropicciare, condividere.
Da amare.
Sempre, nonostante tutto.
E amo, amo molto. Cado, anche molto, poi mi rialzo. E ri-cado. Mi rialzo ancora. E dall’esperienza cerco di imparare ad amare sempre più.
Sorrido, sempre.